Queste parole così profonde dello scrittore Sergio Bambaren, incontrano la mia personale idea di casa. Quest’ultima rispecchia l’essere, ed è una sintesi perfetta della propria identità, un luogo coperto che protegge e ripara dall’esterno , che definisce il nostro spazio più intimo: uno spazio privato che decidiamo di organizzare e arredare in maniera personale, diventando specchio del modo in cui viviamo, trasmettendoci  un senso di sicurezza e di appartenenza.

La neuro-architettura studia come ambienti fisici influenzino il cervello umano, dunque la progettazione degli spazi ha degli impatti diretti sul comportamento, sulle emozioni, e sul benessere degli individui (per esempio: sfruttare le finestre, le vetrate e le viste in modo da connettersi con l’ambiente circostante; orientare tavoli e mobili verso le finestre, soffitti alti per aumentare il senso di spazio e creatività; poster e quadri di paesaggi per aumentare la sensazione di spazialità).

Chi si appresta a comprare casa dovrebbe considerare, innanzitutto, i bisogni primari relativi al benessere come: la qualità dell’aria, l’isolamento acustico e l’illuminazione, e successivamente, considerare i fattori più comuni di ricerca come: metratura, collocazione, numero servizi e numero camere da letto, presenza di balconi, giardino, garage, classe energetica e così via…

Ognuno avrà un proprio ordine gerarchico di fattori da seguire per soddisfare il suo bisogno abitativo, legato, quest’ultimo, al senso di stabilità e appartenenza, con la consapevolezza che la casa che acquisterà, sarà sede di relazioni umane e momenti importanti, sarà il luogo con cui stabilizzerà un legame profondo con se stesso e con le persone che ci abitano e con il trascorrere del tempo e il mutare delle esigenze abitative potrebbe accarezzare l’idea di acquistare un nuovo immobile più aderente al nuovo stile di vita.